Pensees Nocturnes «Grotesque» (2010)

Pensees Nocturnes «Grotesque» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1440

 

Band:
Pensees Nocturnes
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Titolo:
Grotesque

 

Nazione:
Francia

 

Formazione:
Vaerohn :: All

 

Genere:

 

Durata:
54' 19"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2010

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Il nuovo album dei PN è da poco uscito, e segue il vecchio di un anno (ma recensito di recente) “Vacuum”. Sinceramente ero un po’ scettico nell’ascolto di questo disco, per molti motivi: primo perché capita che una buona band calchi un po’ troppo la mano sulla produttività a scapito della qualità, poi perché c’è il rischio di bruciare subito album su album senza motivo e senza sortire effetti nell’underground metal, infine per il rischio di essere solo delle meteore.
Il rischio in effetti è grande, ma Vaerohn ce l’ha fatta ancora, e anzi è pure riuscito ad andare ben oltre. Per chi ha sentito “Vacuum”, si ricorderà di una commistione tra black metal e musica classica con rare puntate jazz/blues molto interessante e anche ben riuscito, bene: il nuovo disco apre ai PN le porte dell’avantgarde, quel filone stralunato tipico dei Solefald, ma con tutti gli elementi rodati nel precedente disco. E il disco è un vero e proprio delirio (in senso buono, ovvio) di emozioni. Le orchestrazioni ci sono tutte, ma sono ridotte e soprattutto è l’atmosfera che cambia nei brani: acida, visionaria e lisergica a volte, dissonante, astratta e quasi nonsense in altre. In generale, isterica e lunatica. Le sparate black ci sono, ma è incredibile come gli umori e i generi qui proposti cambiano radicalmente con una facilità strabiliante, con dettagli totalmente spiazzanti, come degli applausi beffardi inseriti alla fine dell’intro e di “Monosis”, l’orologio a cucù (sì avete letto bene) sbattuto su di una parte depressive black in “Hel”, le note orchestrali completamente storpiate e messe alla rinfusa di “Rahu”. Confusi? Lo credo bene. Anch’io.
Alla fine del disco rimane però un senso di soddisfazione per aver ascoltato qualcosa di clamorosamente unico, spiazzante ma non troppo pretenzioso, sperimentale ed estremo nel vero senso della parola. E la tentazione di ripremere “play” è forte, perché non fosse altro si vuole riascoltare quel turbinio di emozioni che è quel disco.
Non è facile recensire dischi come questo “Grotesque”, che appartiene tranquillamente alla categoria di “disco da ascoltare e quasi impossibile da spiegare a parole”. Ma non ho dubbi nel dire che questa band merita molto di più di quello che per ora ha. Ben fatto. Consigliato a tutti gli amanti della musica sperimentale.

Track by Track
  1. Vulgum Pecus 90
  2. Paria 90
  3. Rahu 90
  4. Eros 90
  5. Monosis 85
  6. Hel 80
  7. Thokk 80
  8. Suivant 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 85
  • Originalità: 90
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
86

 

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